Perché coltivare lo zafferano?
Coltivare zafferano in casa può sembrare una cosa da esperti o da grandi aziende agricole. In realtà, con un po’ di pazienza e attenzione, anche un balcone o un piccolo pezzo di terra possono bastare. Il punto è che parliamo di una delle spezie più preziose al mondo, ma non per questo impossibile da coltivare in modo semplice, anche per uso personale.
Chiunque abbia cucinato almeno una volta un risotto alla milanese sa che lo zafferano si compra in bustine microscopiche e costa parecchio. Questo succede perché la lavorazione è interamente manuale: ogni fiore produce solo tre stimmi, e ne servono migliaia per ottenere pochi grammi di prodotto. Ma è proprio qui che coltivarlo a casa assume tutto un altro valore: puoi controllare qualità, tempi, trattamenti e goderti l’intero processo.
Non è solo una questione economica. Lo zafferano coltivato in casa ha un aroma più intenso, un colore più vivo e non contiene residui di pesticidi o additivi. Sai cosa stai mangiando. E poi, diciamolo: vedere quei fiori viola spuntare in autunno è una soddisfazione vera, soprattutto sapendo che stai producendo una delle spezie più amate al mondo.
Lo zafferano si adatta bene anche a climi non perfetti, basta evitare ristagni d’acqua e garantire un buon drenaggio. E la coltivazione non è complicata: bastano dei bulbi sani, un terreno giusto e una buona esposizione al sole. Il bello è che puoi iniziare anche con qualche vaso sul balcone, senza bisogno di un orto.
Nel mio caso, ho iniziato proprio così: qualche bulbo regalato da un amico, infilato in un vaso lungo il muro esposto a sud. Nessuna pretesa, solo curiosità. Quando sono spuntati i primi fiori a ottobre, non ci credevo. Da lì è nata una passione che dura ancora oggi.


Quando si piantano i bulbi di zafferano in Italia
Uno degli errori più comuni tra chi inizia a coltivare zafferano è piantarlo nel momento sbagliato. Questo non è un ortaggio che segue i classici cicli primaverili o estivi: lo zafferano si pianta alla fine dell’estate, quando molti altri raccolti sono ormai in chiusura. Il periodo migliore va da fine agosto a metà ottobre, a seconda della zona climatica.
Se vivi al nord Italia, conviene anticipare un po’, piantando già entro la prima metà di settembre, in modo che i bulbi abbiano il tempo di svilupparsi prima dell’arrivo del freddo. Al sud o nelle isole, grazie al clima più mite, puoi arrivare fino ai primi di ottobre, ma solo se il terreno è asciutto e non sono previste piogge.
Il bulbo di zafferano, detto cormo, non ha bisogno di particolari stimoli per germogliare, ma è fondamentale che il terreno sia ben lavorato, drenato e asciutto al momento dell’impianto. Se il terreno è troppo bagnato, c’è il rischio di marciume, soprattutto nelle prime settimane.
Io ho sempre preferito piantarli tra il 10 e il 20 settembre, qui in Sicilia, proprio per stare al sicuro. Una volta ho ritardato fino al 5 ottobre, ma ha piovuto sia prima che dopo l’impianto, e alcuni bulbi sono marciti o hanno fiorito male. Da allora evito di arrivare troppo tardi, anche se il clima sembra favorevole.
Se ti stai chiedendo “quando si piantano i bulbi di zafferano?”, la risposta più concreta è: quando il caldo estivo inizia a calare, ma prima che arrivi l’umidità persistente dell’autunno. E soprattutto: pianta con terreno asciutto e una buona previsione meteo nei giorni successivi. Bastano pochi giorni di pioggia subito dopo l’impianto per metterti nei guai.
Dove comprare i bulbi e come sceglierli
Partiamo da una cosa importante: non tutti i bulbi di zafferano sono uguali. In giro si trovano offerte online a pochi euro per confezioni da decine di bulbi, ma la qualità spesso è incerta. Se vuoi partire bene, è fondamentale acquistare bulbi sani, certificati e adatti al clima italiano.
I bulbi migliori sono quelli di calibro grande, almeno 8/9 (cioè 8-9 cm di circonferenza), perché hanno più riserve nutritive e una probabilità maggiore di produrre fiori già dal primo anno. Se compri bulbi troppo piccoli, può passare anche una stagione intera senza fioriture.
Ma dove prenderli? Io mi sono sempre trovato bene con piccoli produttori italiani, che vendono online tramite siti specializzati, oppure alle fiere agricole. Anche i consorzi agrari locali sono una buona opzione, specie se vogliamo evitare sorprese. Se invece preferisci l’online, assicurati che il sito riporti l’origine dei bulbi, il calibro, e possibilmente che siano esenti da trattamenti chimici post raccolta.
Un anno ho preso dei bulbi su un famoso e-commerce, e mi sono arrivati ammuffiti. Li avevano confezionati in sacchetti di plastica chiusi, senza fori. Una volta aperti, puzzavano di marcio. Da allora non ho più comprato alla cieca.
Quando ti arrivano i bulbi, controlla bene che non ci siano muffe, tagli o macchie scure. Il bulbo deve essere duro al tatto, compatto e con una leggera peluria alla base, che è dove partono le radici. Evita quelli secchi o leggeri, vuol dire che sono vuoti dentro.

Terreno ideale e profondità di impianto
Lo zafferano non è una pianta capricciosa, ma ha delle esigenze ben precise quando si tratta di terreno. E fidati: se sbagli la terra, puoi anche avere i bulbi migliori del mondo… ma non vedrai un fiore.
Il terreno ideale per lo zafferano è leggero, ben drenato, tendenzialmente sabbioso. Evita come la peste i suoli argillosi e compatti, perché trattengono troppa acqua e il bulbo tende a marcire. Se stai lavorando in piena terra e hai un suolo pesante, ti conviene alleggerirlo con sabbia silicea o compost maturo, almeno nella fascia dove interrerai i bulbi.
In vaso puoi preparare un substrato ben drenante mescolando 40% di terriccio leggero per orto o piante mediterranee, 30% di sabbia silicea o perlite e 30% di compost maturo setacciato. Se hai a disposizione del lapillo vulcanico fine, puoi usarlo in parte al posto della sabbia. L’importante è che il mix risulti sciolto, arioso e che l’acqua defluisca rapidamente. Evita substrati troppo torbosi o compatti: lo zafferano soffre in ambienti umidi.
Per quanto riguarda la profondità, c’è una regola abbastanza chiara: pianta i bulbi a 10–12 cm di profondità, con la punta rivolta verso l’alto. In vaso puoi scendere anche a 8 cm, soprattutto se il contenitore non è troppo profondo. Tieni sempre una distanza di almeno 5–7 cm tra un bulbo e l’altro per evitare competizione e favorire la circolazione dell’aria.
Una volta ho interrato i bulbi un po’ troppo in superficie, attorno ai 5 cm. Risultato? Alcuni sono usciti dalla terra dopo le prime piogge, altri sono stati beccati dagli uccelli. Da allora uso sempre una paletta da giardinaggio con le tacche, per andare sul sicuro.
E se vuoi fare una prova sul pH: lo zafferano preferisce un terreno tra 6 e 8, quindi da neutro a leggermente alcalino. Se il tuo suolo è acido, puoi bilanciarlo con un po’ di calce agricola o cenere di legna ben setacciata, ma solo se ne hai bisogno.
Coltivare zafferano in vaso o in balcone: guida pratica
Coltivare zafferano in vaso è una scelta perfetta se non hai un giardino, o se semplicemente vuoi iniziare in piccolo per fare esperienza. Basta avere un balcone, un terrazzo o anche un davanzale abbastanza esposto al sole. Il punto chiave è che ci sia luce diretta per almeno 6 ore al giorno: senza sole, niente fiori.
Quali vasi usare?
Evita i vasi piccoli o troppo profondi. Io uso dei vasconi da 30–40 cm di lunghezza, profondi almeno 20 cm. Vanno bene anche le cassette rettangolari da balcone, purché abbiano buchi di drenaggio ben funzionanti. Sul fondo metto sempre uno strato di argilla espansa o ghiaia grossolana.
Substrato ideale
Per il terriccio, puoi usare una miscela composta da:
- 40% terreno universale leggero
- 30% sabbia grossa o perlite
- 30% compost maturo setacciato
Questa miscela è ben drenante, nutriente e previene i ristagni. Mai usare solo terra del giardino, è troppo compatta.
Dove posizionare i vasi?
Il balcone ideale è esposto a sud o sud-ovest. I bulbi amano il sole e soffrono l’umidità eccessiva. Evita i punti ventosi o quelli dove l’acqua piovana ristagna nei sottovasi (toglili subito dopo le piogge).
Come piantare?
Sistema i bulbi:
- con la punta verso l’alto
- a 8–10 cm di profondità
- distanziati di almeno 5 cm l’uno dall’altro
Puoi piantare anche una ventina di bulbi in una cassetta da 60 cm. Appena piantati, bagna leggermente: dopo l’impianto, non serve più irrigare se piove regolarmente.
l’anno scorso ho provato a coltivare 30 bulbi in 3 vasi lunghi sul mio balcone. A ottobre sono spuntati 24 fiori in tutto. Il profumo al mattino era incredibile. Ho raccolto gli stimmi a mano, li ho essiccati in casa e li ho usati tutto l’inverno. Semplice, gratificante e 100% naturale.

Coltivazione in piena terra: tecniche e tempistiche
Se hai un orto o un piccolo spazio in giardino ben esposto al sole, la piena terra è la scelta migliore per coltivare zafferano in modo più naturale e produttivo. Rispetto al vaso, in terreno vive di più, respira meglio e permette ai bulbi di svilupparsi e moltiplicarsi più facilmente.
La prima cosa da fare è scegliere un punto molto soleggiato, che riceva luce per quasi tutta la giornata e che non sia soggetto a ristagni. Lo zafferano, l’abbiamo detto, odia l’umidità in eccesso. Se il tuo orto è in una zona argillosa o con problemi di drenaggio, valuta la creazione di aiuole rialzate o l’aggiunta di sabbia per migliorare la struttura del suolo.
Come preparare il terreno
Il terreno va lavorato in profondità, almeno 25-30 cm, per rompere eventuali croste e permettere alle radici di svilupparsi bene. Rimuovi tutte le pietre, le radici e le erbacce. Se il pH del suolo è troppo acido (sotto 6), puoi correggerlo con piccole dosi di calce agricola, da distribuire qualche settimana prima dell’impianto.
Io preparo le file lasciando spazio di 10–12 cm tra i bulbi e 30 cm tra le file, per poter accedere facilmente durante la raccolta e mantenere arieggiata la zona.

Quando e come piantare
Il periodo è lo stesso visto prima: da fine agosto a metà ottobre, a seconda della zona. I bulbi vanno interrati a 10–12 cm di profondità, punta verso l’alto. Una volta messi a dimora, non irrigare subito se il terreno è già umido, ma aspetta eventuali piogge naturali.
Un piccolo trucco anti-topi
In piena terra c’è sempre il rischio che topi o arvicole scavino per raggiungere i bulbi. Per evitarlo, io uso delle retine in plastica a maglia fine, che sistemo direttamente sopra i bulbi appena piantati, prima di coprirli con la terra. Così restano protetti, ma riescono comunque a germogliare senza ostacoli. Questo sistema funziona bene soprattutto nelle prime settimane, quando il rischio di danni è più alto.
Dopo 3-4 settimane dall’impianto, inizieranno a spuntare le prime foglie a forma di fili d’erba. La fioritura arriva tra metà e fine ottobre, dura solo pochi giorni ed è lì che inizia il bello.

Irrigazione e concimazione: quanto e quando
Una caratteristica dello zafferano è che non serve quasi mai innaffiarlo. Dopo la piantagione, il bulbo resta fermo per un paio di settimane, poi inizia a radicare e – se il clima fa il suo dovere – basta la pioggia autunnale per coprire il suo fabbisogno.
Quanta acqua serve?
Se hai piantato in piena terra, ti basta innaffiare solo al momento dell’impianto per far aderire bene la terra ai bulbi. Poi niente più acqua, a meno che non passi un mese intero senza pioggia. In quel caso, un’irrigazione leggera va bene, ma sempre al mattino presto e mai con getti forti.
In vaso il discorso cambia leggermente. Il terriccio si asciuga più in fretta, quindi conviene controllare l’umidità infilando un dito nel terreno. Se sotto i 2-3 cm è completamente secco, puoi dare un po’ d’acqua. Ma senza esagerare: meglio asciutto che marcio. Un’annaffiatura ogni 10–15 giorni può bastare, da regolare in base al clima.
Che concime usare?
Il bulbo di zafferano ha bisogno soprattutto di fosforo e potassio, meno di azoto. Perciò, niente concimi generici per orto pieni di azoto: rischiano di far crescere tante foglie e pochi fiori.
Per la mia coltivazione in vaso uso compost maturo, miscelato al terriccio prima dell’impianto. In piena terra, puoi incorporare letame ben maturo (almeno 12 mesi) oppure stallatico pellettato, da distribuire durante la lavorazione iniziale del terreno. Le dosi variano in base al tipo: per il letame bastano 4–5 kg per metro quadro, mentre per lo stallatico in pellet puoi seguire le indicazioni sulla confezione, in genere 80–100 grammi per metro quadro. Dopo questa fase, non serve aggiungere altro durante il ciclo del bulbo.
Se vuoi usare un fertilizzante già pronto, cerca quelli a base di potassio organico, tipo cenere di legna o borlanda secca. Applicalo una volta sola all’inizio della coltivazione, mai a bulbi già spuntati.
Fioritura, raccolta e essiccazione degli stimmi
Il momento della fioritura è rapido, intenso e se non sei pronto… te lo perdi. Dopo settimane di attesa, i bulbi ti regalano un piccolo spettacolo: fiori viola che sbucano all’improvviso, con quegli stimmi rossi al centro, profumati e fragilissimi.
La fioritura avviene tra metà e fine ottobre, ma può variare leggermente in base al clima e alla zona. Dura pochissimo: 3-4 giorni in media per ogni bulbo, quindi conviene controllare le piante ogni mattina per non rischiare che i fiori si aprano troppo o che piova.
Come si raccoglie lo zafferano?
Si raccoglie rigorosamente a mano, fiore per fiore. Il momento giusto è la mattina presto, prima che il fiore si apra del tutto. Io uso le dita direttamente, ma se vuoi essere più delicato puoi aiutarti con una pinzetta. Raccogli tutto il fiore, poi in casa si separano gli stimmi con calma.
È un lavoro paziente, quasi meditativo. Quando il fiore è aperto, gli stimmi iniziano a perdere aroma e colore, quindi è meglio anticipare di qualche ora piuttosto che aspettare troppo. In genere, su 100 bulbi si ottengono 80–90 fiori, ma può variare.
Come si essiccano gli stimmi?
Appena raccolti, gli stimmi vanno essiccati. Puoi usare:
- un essiccatore elettrico a 35–40°C per 30–40 minuti
- il forno statico con lo sportello semiaperto a 40°C, per circa 30 minuti
- in mancanza di tutto, anche l’aria secca in casa, ma ci vogliono 2–3 giorni e il risultato è meno preciso
Gli stimmi sono pronti quando diventano leggeri, fragili e si spezzano se piegati. Fallo subito, non aspettare il giorno dopo, altrimenti sviluppano muffe invisibili.
Una volta, per prova, ho lasciato degli stimmi freschi in cucina per 24 ore. Sembravano a posto, ma dopo l’essiccazione erano scuriti e avevano perso profumo. Da allora, li metto subito nel mini essiccatore che tengo solo per queste cose. Non è un accessorio indispensabile, ma se vuoi farlo ogni anno… fa la differenza.



Conservazione dei bulbi e degli stimmi
Dopo la raccolta e l’essiccazione, molti pensano che il lavoro sia finito. In realtà, per chi coltiva zafferano in modo continuativo, la fase di conservazione è fondamentale. Se fatta male, rischi di compromettere sia il raccolto dell’anno successivo, sia la qualità degli stimmi appena ottenuti.
Come conservare i bulbi per la stagione successiva
Una volta che le foglie iniziano a seccare – di solito a fine primavera – i bulbi vanno estratti dal terreno. È il cosiddetto “riposo vegetativo”, in cui la pianta si ferma completamente fino alla nuova stagione.
In piena terra puoi lasciarli interrati per uno o due anni, ma col tempo si infittiscono troppo e danno meno fiori. Io preferisco estrarli ogni estate, selezionarli, pulirli e ripiantarli a settembre.
Per conservarli:
- aspetta che il terreno sia asciutto
- estraili delicatamente con una forca o una paletta
- rimuovi le radici secche e la terra, ma non lavarli
- falli asciugare all’ombra per 2-3 giorni
- conservali in cassette di legno o sacchetti di carta forati, in un luogo fresco e asciutto (tra 15 e 20°C)
Evita le buste di plastica, i contenitori chiusi o gli ambienti umidi: si formano muffe in pochi giorni. Un anno li ho dimenticati in garage, dentro un sacco di nylon: metà sono marciti.
Come conservare gli stimmi essiccati
Gli stimmi secchi devono essere tenuti al riparo da:
- luce diretta
- umidità
- sbalzi di temperatura
Io li metto in barattoli di vetro ermetici, al buio, dentro un mobile della cucina lontano dai fornelli. Durano anche 2 anni, ma il profumo inizia a calare dopo 12 mesi. Per questo motivo, se ne hai molti, è meglio suddividerli in porzioni piccole, da aprire solo al bisogno.
Malattie, parassiti e problemi comuni
Lo zafferano è una pianta piuttosto rustica, ma questo non significa che sia immune da problemi. Se il terreno è troppo umido, se i bulbi sono danneggiati o se non c’è abbastanza circolazione d’aria, possono insorgere malattie fungine e marciumi. Meglio sapere cosa aspettarsi per intervenire subito, senza farsi prendere dal panico.
Marciume del bulbo
È il problema più frequente, soprattutto nei primi anni. Succede quando il bulbo resta troppo tempo in un terreno bagnato. Si manifesta con bulbi che diventano molli, scuri e maleodoranti. L’unico modo per evitarlo è prevenire i ristagni, usare terriccio drenante e non esagerare con le annaffiature. Se ne trovi uno malato, eliminalo subito per evitare che contagi gli altri.
Fusarium e Rhizoctonia
Si tratta di funghi del terreno che colpiscono i bulbi durante la fase vegetativa. Il Fusarium fa ingiallire le foglie e le fa cadere prima del tempo. La Rhizoctonia, invece, provoca macchie scure e marciumi alla base del germoglio. Entrambi questi funghi si sviluppano quando il terreno resta umido per diversi giorni di fila, soprattutto se dopo la piantagione le temperature si mantengono sopra i 18°C. Questo succede facilmente in autunno, se si pianta tardi e piove spesso: il terreno non riesce ad asciugarsi, e i bulbi marciscono. Se invece pianti nel periodo giusto, con suolo ben drenato e clima più fresco, il rischio si riduce moltissimo.
- ruota le colture ogni 2-3 anni
- evita il contatto tra bulbi e acqua stagnante
- disinfetta i bulbi con zolfo in polvere prima dell’impianto, se hai già avuto problemi
Il bulbo di zafferano germoglia bene con temperature tra 15 e 20°C. La fioritura si sviluppa meglio se le giornate sono fresche, tra 12 e 18°C, con una buona escursione termica tra giorno e notte. Se si pianta troppo presto, quando fa ancora caldo (oltre 20°C) e il terreno è umido per giorni, aumentano i rischi di marciumi e funghi del suolo, come Fusarium e Rhizoctonia. Questo succede spesso a inizio settembre al Sud, o dopo estati piovose. Per questo è importante scegliere il momento giusto: né troppo presto con caldo e umidità, né troppo tardi quando il terreno inizia a raffreddarsi troppo.
Animali e insetti dannosi
I nemici principali sono topi, arvicole e talpe, quando pianti in piena terra. Si nutrono dei bulbi o li spostano scavando. Per proteggere l’area, puoi usare:
- retine a maglia fine interrate sopra i bulbi
- griglie metalliche leggere da rimuovere dopo la germogliazione
In vaso è raro che attacchino, ma non impossibile. A me è capitato una volta con delle arvicole che avevano preso d’assalto i vasi messi a terra sul balcone. Dopo quel disastro, ho cominciato a sollevare sempre i contenitori da terra e non ho più avuto problemi. Io comunque vivo vicino una campagna, sarà anche questo eheh!
Ingiallimento precoce delle foglie
Se le foglie iniziano a ingiallire troppo presto (prima della primavera), le cause più comuni sono:
- bulbi danneggiati o mal conservati
- malattie fungine già in corso
- carenza di potassio nel terreno
In questi casi conviene estrarre i bulbi, ispezionarli e sostituire il substrato. Se invece l’ingiallimento avviene verso maggio/giugno, è normale: la pianta entra nella fase di riposo.
👉 Per un approfondimento tecnico sulle malattie fungine che colpiscono lo zafferano, come fusariosi, botrite e oidio, ti consiglio la lettura dell’articolo di Coltivare Zafferano:
Link: https://www.coltivarezafferano.it/coltivazione/malattie/
Coltivare per uso personale o per reddito?
Coltivare zafferano in casa è un’attività gratificante, ma a un certo punto molti si chiedono: “E se ne facessi un piccolo business?” La risposta è: sì, è possibile, ma va pianificata bene. Lo zafferano ha un alto valore commerciale, ma anche un’altissima richiesta di lavoro manuale.
Quanto terreno serve?
Per dare un’idea concreta: da 1.000 bulbi puoi aspettarti circa 800 fiori, da cui otterrai poco più di 2 grammi di stimmi secchi. Per produrre 1 solo grammo di zafferano essiccato servono circa 150-200 fiori, e quindi almeno 50-70 bulbi attivi. Tradotto: se vuoi iniziare a venderlo, devi pensare a una superficie di almeno 500-1.000 metri quadri, con rotazione e gestione attenta dei bulbi.
Un coltivatore in Abruzzo, che ho conosciuto durante una fiera, mi ha raccontato che con mezzo ettaro ben gestito riesce a produrre 400–500 grammi l’anno. Ma tra raccolta, essiccazione, conservazione e confezionamento… lavora come in un laboratorio.
Quanto si guadagna?
Il prezzo di vendita può andare da 25 a 35 euro al grammo per lo zafferano puro e ben confezionato. Ma attenzione: tra costi di impianto, manutenzione, mano d’opera e strumenti, il margine non è altissimo, almeno nei primi 2–3 anni. Senza contare che serve un’autorizzazione se vendi al pubblico e devi seguire la normativa alimentare.
Conviene allora iniziare per uso personale, testare la coltivazione per qualche anno, capire come funziona davvero il ciclo produttivo. Poi, se vedi che ti appassiona, puoi ampliare con gradualità.
👉 Per conoscere dati aggiornati su rese, tecniche colturali e normative in Italia, ti suggerisco di consultare la guida pubblicata dal CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura:
Link: https://www.crea.gov.it/coltivazione-zafferano-italia
FAQ sulla Coltivazione dello Zafferano: Le Risposte alle Domande Più Frequenti
Quando si piantano i bulbi di zafferano?
I bulbi si piantano tra fine agosto e metà ottobre, in base alla zona climatica. È importante che il terreno sia asciutto al momento dell’impianto e che le temperature non siano ancora troppo basse.
Dove posso comprare i bulbi di zafferano in Italia?
Puoi trovarli presso consorzi agrari, fiere agricole o online, ma è fondamentale scegliere fornitori affidabili. Verifica sempre che i bulbi siano sani, privi di muffa e almeno di calibro 8/9.
Come si coltiva lo zafferano in piena terra?
Prepara un terreno drenante, soleggiato, lavora in profondità e interra i bulbi a 10–12 cm, distanziandoli di circa 10 cm l’uno dall’altro. Serve pochissima acqua e niente fertilizzanti azotati. Evita ristagni e ruota le colture ogni 2–3 anni.
Come si conserva lo zafferano appena raccolto?
Dopo l’essiccazione, gli stimmi vanno conservati in barattoli di vetro ermetici, al buio e lontano da fonti di calore o umidità. L’ideale è tenerli in un mobile chiuso, in un luogo fresco e stabile.
Ogni quanto tempo fiorisce una pianta di zafferano?
Ogni bulbo fiorisce una volta sola all’anno, in autunno, tra metà ottobre e i primi di novembre. La fioritura dura pochissimo, circa 3–5 giorni per ogni bulbo, quindi va monitorata quotidianamente.
Quali sono le malattie più comuni dello zafferano?
I problemi principali sono legati a marciumi e funghi del terreno, come Rhizoctonia e Fusarium, spesso dovuti a ristagni d’acqua o poca aerazione. Altri problemi sono causati da topi o arvicole nei campi. La prevenzione passa da una buona gestione del suolo e dal controllo visivo costante.
📩 Hai dubbi o vuoi raccontare la tua esperienza? Scrivimi nei commenti: rispondo sempre volentieri, e magari la tua domanda può aiutare anche altri coltivatori. Se invece coltivi già zafferano da qualche anno e hai qualche trucco personale, condividilo: qui si impara tutti insieme.
0 commenti