Perché la lavanda è PREZIOSA per gli impollinatori (e per l’orto intero)
Coltivare la lavanda non è solo una scelta estetica o aromatica: è anche un vero atto di supporto alla biodiversità. I suoi fiori, ricchi di nettare e profumo, sono un magnete per api, bombi, farfalle e altri insetti impollinatori, che svolgono un ruolo fondamentale in ogni ecosistema coltivato.
In piena fioritura – di solito tra giugno e agosto – basta avvicinarsi a un cespuglio di lavanda per sentire un ronzio costante: è il segno che le api ci stanno lavorando. E non solo miele: senza gli impollinatori, molte delle verdure e dei frutti che coltiviamo nell’orto non si svilupperebbero correttamente.
Inserire qualche pianta di lavanda tra i filari dell’orto o lungo i bordi del giardino è un modo semplice per aumentare la presenza di insetti utili, migliorando anche l’impollinazione di pomodori, zucchine, fragole e altre colture. Inoltre, la lavanda aiuta a tenere lontani gli insetti molesti, come le zanzare, grazie al suo aroma intenso.
Un cespuglio di lavanda, insomma, fa bene alla vista, all’olfatto e anche al raccolto. Non richiede molta manutenzione, ma dà indietro molto più di quanto chiede.
Dove piantare la lavanda: esposizione e clima ideale
La lavanda è una pianta che ha bisogno di tanto sole. Non “un po’ di luce” o “qualche ora al giorno”, ma proprio pieno sole per almeno 6-8 ore ogni giorno. Se la metti all’ombra o in mezzo a piante più alte che le fanno ombra, non cresce bene. Si allunga, si indebolisce, fa pochi fiori e rischia pure di ammalarsi più facilmente.
Se hai un balcone esposto a sud o sud-ovest, sei a cavallo. Anche i terrazzi ben soleggiati sono perfetti. Se invece hai solo spazi a nord o con poco sole diretto, ti conviene scegliere un’altra pianta: la lavanda ama il caldo e la luce.
Per chi ha un giardino, il discorso cambia poco: scegli una zona ben esposta, non troppo umida, protetta dai venti forti, ma con una buona circolazione d’aria. La lavanda non ama gli spifferi, ma neanche l’aria stagnante.
Un altro aspetto importante è il clima. La lavanda resiste bene al freddo, ma non tutte le varietà sopportano allo stesso modo il gelo. Se vivi in zone collinari o montane, scegli varietà più rustiche come la Lavandula angustifolia, che sopporta anche temperature sotto zero, purché il terreno non sia zuppo.
Nel sud Italia o nelle zone costiere, dove l’inverno è mite e secco, puoi coltivarla tutto l’anno senza troppi problemi. In Sicilia, ad esempio, cresce benissimo anche nei giardini sassosi, purché ci sia sole e il suolo sia ben drenato.
Se invece abiti in una zona dove l’inverno è umido e freddo, conviene piantarla in primavera, così ha tempo di radicare bene prima dei primi geli. Oppure la coltivi in vaso, così puoi spostarla in una zona riparata quando serve.
👉 Per approfondire clima e varietà ideali, dai un’occhiata a questa guida:
https://www.agraria.org/coltivazioni/lavanda.htm

Il terreno giusto per far crescere una lavanda sana
Se c’è una cosa che la lavanda non sopporta è avere i “piedi bagnati” troppo a lungo. Non serve un terreno ricco, ma dev’essere ben drenato, asciutto e un po’ povero. Niente ristagni, niente fango. Se il terreno resta umido troppo tempo, le radici iniziano a marcire e la pianta non ha scampo.
Il terreno ideale per coltivare la lavanda è sabbioso, leggero, con un pH tra 6,5 e 7,5. Se hai un suolo argilloso, compatto o troppo fertile, puoi comunque adattarlo. Basta mescolare sabbia grossolana, ghiaia o pomice per renderlo più drenante. Se invece usi un terreno universale da sacco, assicurati che sia misto a perlite o sabbia, e che l’acqua non ristagni mai.
Nel mio orto, ad esempio, ho una zona con terreno argilloso. Inizialmente la lavanda lì stava male: foglie gialle, crescita lenta. Ho scavato, alleggerito con sabbia di fiume e lapillo, e da lì è cambiato tutto. Adesso quella zona ospita sei cespugli rigogliosi.
Un’altra cosa importante: niente concimi azotati. La lavanda non è una pianta da concimare ogni due settimane. Anzi, troppi nutrienti fanno crescere tante foglie ma pochi fiori. Meglio un concime naturale, povero, magari a base di potassio e fosforo, una o due volte all’anno, prima e dopo la fioritura.
Per chi coltiva in vaso, il principio è lo stesso: il drenaggio è tutto. Usa vasi con fori larghi, uno strato di argilla espansa o ghiaia sul fondo, e poi un terriccio specifico per aromatiche o un mix autoprodotto (tipo: 50% terra, 30% sabbia, 20% compost maturo).
Quando lavorare il terreno:
Se pianti la lavanda in autunno, lavora il terreno almeno 2 settimane prima, così si assesta. In primavera, fallo almeno 10 giorni prima del trapianto.
Basta una buca di 25-30 cm, ma fai attenzione che non restino strati impermeabili sotto (tipo argilla pura): l’acqua lì ristagna.
Come coltivare la lavanda in vaso
Se non hai un giardino, la lavanda si adatta al vaso, purché tu segua due regole fondamentali: sole e drenaggio. Sul balcone funziona bene, ma solo se prende tanto sole diretto. Mezza giornata non basta. Serve esposizione a sud o sud-ovest, altrimenti cresce storta, non fiorisce e tende ad ammalarsi.
Scelta del vaso
Partiamo dal contenitore. Niente vasetti piccoli: il vaso deve essere profondo almeno 30-35 cm, largo almeno 35-40 cm. La lavanda sviluppa radici importanti, anche se non troppo estese lateralmente. Più capiente è vaso, meglio è.
Meglio evitare plastica sottile: usa terracotta o plastica spessa con fori grandi.
Il terriccio giusto
Come già detto, il terriccio dev’essere drenante. Io uso un mix fatto in casa:
- 50% terriccio per orto o aromatiche
- 30% sabbia grossolana
- 20% compost ben maturo
Niente torba pura o substrati acidi. Se compri un terriccio già pronto, assicurati che non trattenga troppa acqua.
Quanta acqua dare e quando
Qui si sbaglia spesso. La lavanda soffre più per troppa acqua che per troppa sete.
D’estate, in vaso, può servire annaffiare ogni 3-4 giorni, ma solo se il terreno è asciutto. Controlla con le dita: se senti secco già a 3 cm di profondità, allora puoi bagnare. Mai farlo alla cieca.
In primavera e autunno basta una volta a settimana. D’inverno, quasi mai: solo se è al riparo dalla pioggia e noti il terriccio polveroso. E sempre al mattino, mai di sera.
Quando rinvasare
Se la pianta ha più di due anni, ogni 2-3 anni conviene rinvasare, magari sostituendo parte del terriccio e tagliando delicatamente le radici più grosse. Se vedi che le radici escono dai fori sotto al vaso, è il momento.
Potatura della lavanda: quando e come farla davvero bene
La potatura è una di quelle cose che molti trascurano, ma sulla lavanda fa la differenza. Se non la poti ogni anno, nel giro di un paio d’anni ti ritrovi con un cespuglio legnoso, storto, con pochi fiori in punta. Invece, con una potatura regolare, la pianta resta compatta, rifiorisce e dura molti anni.
Quando si pota la lavanda
Il momento migliore è subito dopo la fioritura, tra fine luglio e metà settembre, a seconda della varietà e della zona. Se vivi al nord o in montagna, conviene anticipare per non rischiare con il gelo.
Una seconda, piccola potatura puoi farla a fine inverno (febbraio-marzo) per togliere i rami secchi o danneggiati.
Mai potare in pieno autunno o inizio inverno: la pianta entra in riposo e rischia di non riprendersi, soprattutto se arrivano gelate.
Come potarla
Usa sempre forbici ben affilate e disinfettate. Il taglio dev’essere netto, mai strappato. Non tagliare sul legno vecchio, quello secco e grigio: da lì non ricaccia. L’obiettivo è accorciare i rami fino a qualche centimetro sopra la parte verde, lasciando una base compatta.
Io di solito taglio a ⅔ della lunghezza dei fusti, ma se la pianta è giovane o hai dei dubbi, resta più alto. Meglio una potatura leggera che rischiare di rovinare tutto.
Potatura delle varietà nane
Le varietà nane come la Lavandula angustifolia ‘Hidcote’ vanno potate meno drasticamente. Basta togliere i fiori appassiti e accorciare di un terzo.
Frequenza:
- Potatura principale: una volta all’anno dopo la fioritura
- Potatura di pulizia: fine inverno, se serve
Strumenti utili:
- Forbici da potatura a lama bypass
- Guanti leggeri (per non pungersi con i rami secchi)
- Secchio per raccogliere gli scarti


Malattie e problemi comuni: cosa fare se la lavanda soffre
La lavanda è resistente, ma non invincibile. Quando qualcosa non va, lo fa capire subito: foglie che ingialliscono o Ingrigiscono, fusti molli, odore strano, fioritura scarsa. I problemi più comuni sono legati a eccesso di acqua (il più comune) funghi, marciumi radicali e parassiti.
Foglie gialle o Argentate: che succede?
È uno dei segnali più frequenti. Se le foglie cambiano colore e i fiori iniziano ad afflosciarsi, può essere:
- Troppa acqua (soprattutto in vaso): diminuisci le irrigazioni. La lavanda sopporta benissimo la siccità e soffre l’eccesso di acqua.
- Terreno poco drenante: verifica che il fondo non trattenga l’acqua. Mai usare il sottovaso.
- Vaso troppo piccolo: la lavanda ha bisogno di un vaso abbastanza capiente, in vaso piccolo soffre.
- Mancanza di sole: sposta la pianta in posizione più luminosa.
- Carenze nutrizionali: abbastanza raro, ma se coltivi da anni nello stesso terreno, può servire un leggero rinforzo a base di potassio.
Succede spesso in primavera dopo piogge abbondanti o se hai appena rinvasato con terriccio sbagliato o anche troppo ricco di nutrienti. Ricordiamo che la lavanda vuole un terreno povero.


Marciume radicale
Se la lavanda sembra improvvisamente “molliccia”, con foglie grigie e odore sgradevole alla base, probabilmente le radici stanno marcendo.
Qui c’è poco da fare, se non rimuovere la pianta, eliminare le parti malate e ripiantare in un nuovo terreno asciutto e ben drenato.
succede spesso quando il vaso è senza fori o l’acqua ristagna in giardino dopo forti piogge.

Funghi e muffe
I problemi fungini si presentano soprattutto in climi umidi o se le piante sono troppo vicine tra loro. I sintomi? Macchie scure sulle foglie, polvere bianca (oidio) o muffe alla base.
Tratta con prodotti a base di rame o con macerato di equiseto, che rinforza i tessuti. Se usi trattamenti biologici, applicali al mattino presto ogni 7-10 giorni, evitando le ore calde.
Parassiti: afidi, cocciniglia, nottue
Afidi
Gli afidi sono piccoli insetti verdi, giallastri o neri, lunghi pochi millimetri, che si concentrano sulle cime dei fusti giovani. Si attaccano in gruppo e si nutrono della linfa, causando arricciamento delle foglie, blocco della crescita e presenza di una sostanza appiccicosa (la melata), che può attirare anche la fumaggine.
Cosa fare: puoi intervenire con sapone molle di potassio diluito allo 0,5-1%, spruzzandolo su tutta la pianta, compresa la parte inferiore delle foglie. Ripeti ogni 5-6 giorni per almeno 2-3 volte. Se la colonia è molto estesa, puoi affiancare con olio di neem, sempre diluito in acqua.
Cocciniglia
La cocciniglia è facile da riconoscere: sembra una piccola pallina bianca o marroncina, ferma lungo i fusti o alla base delle foglie. È protetta da un guscio ceroso che la rende resistente, e quando si diffonde può bloccare la circolazione linfatica della pianta, facendola deperire in fretta.
Come intervenire: puoi rimuoverla manualmente con un batuffolo imbevuto di alcol denaturato (su piante giovani), oppure usare olio bianco minerale o olio di neem. Anche in questo caso, mai trattare nelle ore calde o durante la fioritura.
Nottue
Le nottue sono larve di lepidotteri notturni, marroni o verdastre, lunghe anche 2-3 cm. Non sono frequenti, ma quando arrivano si fanno notare: rosicchiano le foglie partendo dalla base e a volte scavano veri e propri buchi nei rami giovani. Agiscono soprattutto di notte, e di giorno si nascondono nel terreno o alla base della pianta..
Cosa fare: rimuovi manualmente le larve appena le vedi. Se il danno è esteso, puoi usare Bacillus thuringiensis, un insetticida biologico mirato contro i lepidotteri, innocuo per gli insetti utili.
Evita sempre i trattamenti durante la fioritura piena, per non disturbare le api e gli altri impollinatori. Se devi intervenire, fallo la sera tardi o al mattino presto, quando non ci sono insetti attivi sulla pianta.

Come moltiplicare la lavanda con il metodo della talea
Se hai una pianta di lavanda che cresce bene, moltiplicarla con una talea è il modo più semplice per ottenere nuove piante identiche. È economico, naturale e dà molta soddisfazione. Basta un po’ di pazienza e qualche accortezza.
Quando fare la talea
Il momento migliore è tra fine giugno e fine agosto, dopo la fioritura. In questa fase i rami sono semilegnosi, cioè non troppo teneri ma nemmeno secchi: il punto giusto per farli radicare. Anche in settembre si può tentare, ma serve un clima ancora mite e asciutto.
Come scegliere il rametto
Prendi un ramo lungo circa 10-12 cm, sano, senza fiori e con foglie non troppo fitte. Deve essere flessibile ma non molle. Taglia appena sotto un nodo, cioè sotto il punto dove crescono le foglie.
Attrezzi necessari:
- Forbici ben affilate e pulite
- Vaso con terriccio drenante o bicchiere con acqua
- Ormone radicante (opzionale ma utile)
Come preparare la talea
- Rimuovi le foglie nella parte bassa, circa 4-5 cm, lasciando solo quelle in alto.
- Puoi intingere la base in polvere radicante naturale (es. cannella, salice o prodotto da vivaio).
- Infila la talea in un vasetto con terra sabbiosa o perlite, oppure in un bicchiere con poca acqua (cambiata ogni 2 giorni).
- Tienila all’ombra luminosa, mai al sole diretto. L’umidità deve restare costante ma senza esagerare.
Le radici iniziano a formarsi dopo 2-3 settimane, ma servono 4-6 settimane per avere una piantina pronta per il trapianto. Se usi l’acqua, controlla che non marcisca. Se usi il terriccio, copri con una bottiglia tagliata per creare un microclima.
Trapianto:
Quando vedi le prime radici spuntare dal fondo del vaso (o quando sono lunghe almeno 3 cm in acqua), puoi travasare in un contenitore più grande o in piena terra.
Ho fatto 5 talee l’estate scorsa, tutte prelevate da una lavanda nana che cresce in vaso. Tre le ho messe in terra e due in acqua. Quelle in terra hanno radicato meglio: le ho trapiantate in vaso a ottobre e ora, a maggio, stanno già fiorendo.
Raccolta, essiccazione e usi della lavanda in casa
La raccolta dei fiori di lavanda va fatta al momento giusto per garantirne il massimo aroma e colore. Il periodo ideale è quando i fiori sono appena sbocciati e il profumo è al suo apice, solitamente alla fine della fioritura, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, a seconda della varietà e del clima locale.
Come raccogliere la lavanda
Per ottenere il meglio, raccogli i fiori al mattino presto, quando le gocce di rugiada sono ancora presenti e il calore non ha ancora seccato le fragranze. Utilizza un paio di forbici ben affilate e taglia i fiori appena sopra il nodo, in modo da non danneggiare la pianta e stimolarne la crescita. Durante la raccolta, evita di schiacciare i rami: il taglio deve essere netto.
Essiccazione dei fiori di lavanda
Dopo la raccolta, il passo successivo è l’essiccazione, fondamentale per conservare il profumo e il colore dei fiori.
- Metodo ad aria: lega piccoli mazzetti di fiori con una cordicella, appendi in un luogo buio, asciutto e ben ventilato. Evita l’esposizione diretta al sole, perché potrebbe scolorire i fiori.
- Metodo in forno o con deumidificatore: se hai bisogno di essiccarli in fretta, puoi usare il forno a bassa temperatura (intorno ai 40-50°C) per pochi minuti, tenendo d’occhio che non si cuociano. Però lo sconsiglio, è piu facile sbagliare.
Quando farlo: subito dopo la raccolta, preferibilmente nella stessa giornata, per evitare che l’umidità comprometta il processo.
Quanto tempo: l’essiccazione ad aria richiede da 7 a 10 giorni; con il forno, il tempo può essere ridotto a 1-2 ore, ma è importante monitorare attentamente.
Utilizzi pratici della lavanda in casa
Una volta essiccata, la lavanda può essere utilizzata per diverse cose:
- Profumare ambienti: conserva i fiori essiccati in sacchetti di stoffa (come quelli in lino) e posizionali in armadi o cassetti. Il profumo si diffonde delicatamente, mantenendo gli ambienti freschi e piacevoli.
Sostituisci i sacchetti ogni 3-4 mesi per evitare che il profumo svanisca o che si accumulino polvere e umidità. - Olio essenziale fai-da-te: puoi preparare un olio essenziale a infusione. Metti i fiori essiccati in un barattolo di vetro e coprili con un olio vettore (come quello di mandorle o di jojoba). Lasciali in infusione in un luogo buio per circa 4-6 settimane, agitando il barattolo ogni due giorni per favorire la dispersione degli oli aromatici.
Quando usarlo: usa l’olio per profumare ambienti, massaggi o come ingrediente in prodotti cosmetici naturali. - Cucina e infusi: la lavanda può essere impiegata anche in cucina per aromatizzare dolci e bevande. Prepara un infuso mettendo qualche fiore in acqua calda, lasciando in infusione per 5-10 minuti, e filtra accuratamente prima di servire.
👉 Per approfondire le tecniche di estrazione dell’olio essenziale di lavanda, ti consiglio questo articolo:
https://lavandadielvio.com/blogs/notizie/come-si-estrae-lolio-essenziale-di-lavanda-pro-e-contro-dei-vari-metodi
FAQ sulla Coltivazione della Lavanda: Le Risposte alle Domande Più Frequenti
Come coltivare la lavanda in vaso?
Scegli un vaso profondo almeno 30 cm, con fori di drenaggio ampi. Usa un terriccio drenante (terra + sabbia + compost) e posizionala in pieno sole. Bagna solo quando il terreno è asciutto a 3-4 cm di profondità. Rinvasala ogni 2-3 anni.
Quando piantare la lavanda?
Il periodo ideale è la primavera, tra fine marzo e inizio maggio, soprattutto nelle zone fredde. In zone miti si può piantare anche in autunno. L’importante è che il terreno sia asciutto e le radici possano stabilizzarsi prima del gelo.
Come potare la lavanda correttamente?
Pota una volta all’anno dopo la fioritura, tagliando circa ⅔ dei fusti sopra la parte verde. Non tagliare mai sul legno secco. In primavera puoi fare una potatura di pulizia, eliminando i rami secchi.
Quanta acqua dare alla lavanda in estate?
In piena terra quasi mai, solo se c’è siccità prolungata. In vaso, ogni 3-4 giorni, ma solo se il terreno è asciutto in profondità. Evita assolutamente i ristagni.
Come combattere i parassiti della lavanda?
Contro afidi e cocciniglia usa sapone molle di potassio ogni 5-6 giorni. Per i funghi, meglio prevenire con macerato di equiseto o trattamenti a base di rame. Mantieni sempre aria tra le piante.
È vero che la lavanda attira le api?
Sì, ed è un ottimo segnale. Le api amano la lavanda, soprattutto in fioritura. È una delle piante più utili per sostenere la biodiversità del giardino.
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