Chi coltiva un orto o tiene qualche pianta in terrazzo, prima o poi si pone una domanda: che fine fanno tutti questi scarti vegetali? Bucce, foglie, residui di potature… buttarli via è un peccato. La risposta più sensata è il compostaggio domestico.
Ma non è solo una buona pratica per il giardino: in molti Comuni italiani, chi fa il compost può ottenere uno sconto sulla TARI, la tassa sui rifiuti. È un modo per premiare chi riduce la produzione di rifiuti e si prende cura dell’ambiente.
Attenzione però: non basta avere una compostiera per ricevere la riduzione. Serve rispettare alcune regole, fare richiesta e in certi casi anche iscriversi a un registro.
In questo articolo ti spiego tutto quello che serve sapere: come funziona il compostaggio, cosa dice la normativa, come fare richiesta e quanto puoi risparmiare davvero sulla bolletta.


Cos’è il compostaggio domestico?
Il compostaggio domestico è un sistema naturale per trasformare gli scarti organici in fertilizzante. Lo si fa in giardino, in balcone o anche in un piccolo spazio esterno, usando una compostiera.
Il principio è semplice: materiali come bucce di frutta, foglie secche, fondi di caffè, erba tagliata o avanzi di verdure si decompongono grazie a microorganismi, aria e umidità, fino a diventare compost. Il compost è una specie di “terriccio scuro” ricco di sostanze nutritive, perfetto per l’ orto o anche per le piante in balcone.
Cosa SI PUO’ mettere nel compost
- Scarti di frutta e verdura
- Fondi di caffè e filtri del tè
- Foglie, erba e rametti sottili
- Carta da cucina non stampata
Cosa NON si deve mettere
- Carne, pesce, latticini
- Pane, pasta e cibi cotti
- Pannolini o lettiere
- Erbacce con semi
La cosa importante è bilanciare materiali umidi (azotati) e secchi (carboniosi). Troppa umidità fa puzzare il compost, troppa secchezza lo blocca.
Non serve un contenitore complicato: puoi usare una compostiera in plastica, in legno o anche fai-da-te, basta che sia aerata. E no, il compost ben fatto non puzza. Se senti cattivo odore, c’è qualcosa che non va.
Fare il compost in casa richiede solo un po’ di attenzione e costanza. È un gesto semplice che ti fa risparmiare rifiuti, concime e anche qualche euro di TARI.

A cosa serve il compost in giardinaggio?
Il compost è oro colato per chi coltiva. Una volta maturo, si presenta come un terriccio scuro, friabile e inodore. Si può usare in tanti modi sia in orto che in balcone.
Fertilizzante naturale
Il compost nutre il terreno in modo lento e costante. A differenza dei concimi chimici, non brucia le radici (importante soprattutto per i principianti che non hanno dimestichezza nel bilanciare i concimi) e migliora la struttura del suolo. È perfetto per aiuole, vasi, ortaggi e anche piante ornamentali.
Pacciamatura
Puoi stenderlo sopra il terreno per trattenere l’umidità e ridurre le erbacce. Questo è molto utile soprattutto in estate o in zone secche.
Rigenerazione del terreno esausto
Dopo qualche stagione, il terreno coltivato si impoverisce. Il compost ripristina la fertilità, migliorando l’equilibrio tra azoto, carbonio e altri elementi utili.
Miscelato al terriccio
Se coltivi in vaso, puoi mescolare il compost al terriccio comprato. Il risultato? Piante più sane, radici più forti, meno bisogno di concimazioni extra.
In pratica, usare il compost significa chiudere il cerchio: dai valore agli scarti e li trasformi in risorsa. È un gesto semplice, ma efficace e sostenibile.

Requisiti per ottenere lo sconto TARI
Per avere lo sconto sulla TARI grazie al compostaggio domestico, non basta avere una compostiera: ci sono regole precise da rispettare. Ogni Comune può stabilire le proprie, ma in genere i requisiti sono simili.
Requisiti base (validi quasi ovunque)
- Compostaggio svolto regolarmente nella propria abitazione
- Presenza di una compostiera (acquistata o autocostruita)
- Assenza di conferimento dell’umido (organico) nel cassonetto
- Residenza nel Comune che offre l’agevolazione
- Richiesta formale dello sconto (con modulo)
Molti Comuni, ad esempio, chiedono di autocertificare che fai il compost e che non getti l’umido nei rifiuti. Altri ti iscrivono a un albo dei compostatori domestici.
Controlli e obblighi
Alcuni enti possono effettuare controlli a campione per verificare che tu stia davvero facendo il compost. In genere non sono invasivi: può bastare una foto della compostiera o una visita concordata.
In caso di falsa dichiarazione o uso scorretto, lo sconto può essere revocato.
Normativa di riferimento
Non c’è una legge nazionale unica, ma la gestione rifiuti è in mano ai Comuni. Ogni ente stabilisce:
- Regole tecniche
- Percentuali di sconto
- Moduli da compilare
- Scadenze
Puoi trovare tutte le info nel regolamento TARI del tuo Comune, di solito pubblicato online.
Procedura per richiedere la riduzione TARI
Ogni Comune gestisce in autonomia la riduzione della TARI per chi fa compostaggio domestico. Tuttavia, la procedura è simile quasi ovunque. Se segui questi passaggi, sei già a buon punto.
Verifica che il tuo Comune preveda lo sconto
Non tutti i Comuni offrono l’incentivo. Il primo passo è cercare sul sito ufficiale del tuo Comune (sezione tributi o rifiuti) la voce “compostaggio domestico” o “riduzione TARI”. Se non trovi nulla, puoi anche contattare l’ufficio tributi o l’URP.
Scarica il modulo di richiesta
Quando l’incentivo è previsto, troverai un modulo da compilare. Alcuni esempi di moduli contengono:
- Dati anagrafici
- Indirizzo dell’immobile
- Dichiarazione di possesso e uso della compostiera
- Impegno a non conferire l’umido
- Eventuale iscrizione all’albo dei compostatori
Il modulo può essere presentato:
- Di persona, all’ufficio tributi
- Online, tramite PEC o portale dedicato
Rispetta le scadenze
Molti Comuni chiedono di inviare la richiesta entro una certa data (es. 31 gennaio o 30 aprile). Se perdi la scadenza, perdi lo sconto per quell’anno.
Allega i documenti richiesti
A volte serve allegare:
- Copia del documento d’identità
- Eventuale foto della compostiera
- Planimetria o posizione
Ogni Comune ha le sue richieste, quindi leggi bene il modulo.
Attendi la conferma
Una volta presentata la domanda, riceverai una conferma via email o posta. In alcuni casi potresti essere inserito nell’albo dei compostatori.
Compostiera: quale scegliere e dove metterla
Per fare il compost in casa ti serve una compostiera. Non serve un’attrezzatura costosa: basta che sia ben aerata, adatta alla quantità di scarti che produci e comoda da usare.
🔸 Compostiere in plastica
Facili da trovare nei negozi di giardinaggio o nei consorzi rifiuti. Sono leggere, resistenti alle intemperie e con apertura per girare il compost. Alcuni Comuni le forniscono gratis o a prezzo agevolato se chiedi la riduzione TARI.
🔸 Compostiere in legno
Più estetiche, si integrano bene in giardino. Vanno trattate con impregnanti naturali per durare di più. Richiedono un po’ di manutenzione ma funzionano benissimo.
🔸 Compostiera fai da te
Puoi costruirla con pallet, reti o vecchi contenitori forati. Se ben fatta, funziona quanto quelle in commercio.
Dove metterla
- In giardino, in un punto ombreggiato e arieggiato (evita sole diretto e ristagni)
- In balcone o terrazzo, scegliendo modelli compatti o a cassetti
- Su pavimentazione? Metti uno strato di terra o foglie secche alla base
L’importante è che sia facile da raggiungere e da mescolare. Evita angoli troppo chiusi o senza ricircolo d’aria.



Incentivi e percentuale di sconto TARI
Chi pratica il compostaggio domestico può ottenere una riduzione della TARI, ma l’importo varia molto da Comune a Comune. Non esiste una percentuale fissa a livello nazionale: ogni ente decide quanto scontare e con quali criteri.
Esempi concreti
- Comune di Milano: riduzione fino al 20% della parte variabile della TARI
- Comune di Parma: sconto fisso di 20 euro l’anno
- Comune di Bologna: fino al 30% per chi non conferisce l’umido
- Piccoli Comuni: spesso offrono il 15–25%, soprattutto in zone rurali
La maggior parte dei Comuni applica lo sconto solo sulla quota variabile della tassa, cioè quella legata alla produzione dei rifiuti. La quota fissa (legata ai metri quadri) resta invariata.
Validità e rinnovo
In molti casi la riduzione vale per un anno, poi va rinnovata con una nuova autocertificazione o conferma. Alcuni Comuni lo fanno in automatico, altri chiedono un modulo ogni anno.
Anche se lo sconto non è enorme, sommato negli anni può diventare un bel risparmio. E se aggiungi il fatto che non compri più concime, il vantaggio economico è doppio.
Domande comuni e falsi miti
Molti pensano che fare il compost in casa sia complicato, che puzzi o che serva chissà quale attrezzatura. In realtà, è molto più semplice di quanto sembri.
Il compost fa cattivo odore?
Solo se è fatto male. Un compost ben gestito ha un odore di terra umida, non di spazzatura. Se puzza, probabilmente hai messo troppi scarti umidi o poca aria.
Serve registrarsi per avere lo sconto?
Sì, quasi sempre. Ogni Comune ha regole diverse, ma in generale bisogna compilare un modulo e a volte ci si iscrive all’albo dei compostatori.
È difficile fare il compost?
No. Dopo i primi tentativi capisci facilmente come gestirlo. Basta imparare a bilanciare i materiali e controllare l’umidità.
Devo usare una compostiera “ufficiale”?
No. Puoi anche autocostruirla. L’importante è che funzioni bene, sia traspirante e posizionata correttamente. Alcuni Comuni richiedono solo che sia “idonea”.
Conclusione e Consigli Pratici
l compostaggio domestico è una scelta utile per chi coltiva, per l’ambiente e per il portafoglio. Ti permette di ridurre i rifiuti, creare un fertilizzante naturale per le tue piante e risparmiare sulla TARI.
Non servono attrezzature costose né troppo spazio. Basta iniziare, fare un po’ di pratica e rispettare le regole del tuo Comune.
Controlla il regolamento locale, scarica il modulo e fai la richiesta. Con pochi passaggi puoi entrare nell’albo dei compostatori e avere diritto a una riduzione reale della tassa sui rifiuti.
💬 Vuoi dire la tua?
Hai già fatto richiesta dello sconto TARI per il compostaggio?
Lo stai valutando? Hai trovato ostacoli o vantaggi inaspettati?
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❓ FAQ sulla Riduzione TARI e Compostaggio Domestico: Le Risposte alle Domande Più Frequenti
Cos’è il compostaggio domestico?
È un processo naturale per trasformare scarti organici in fertilizzante, direttamente a casa.
Come si fa il compostaggio in casa?
Basta una compostiera, una buona aerazione e il giusto equilibrio tra scarti umidi e secchi.
Cosa si può mettere nel compost?
Scarti vegetali, fondi di caffè, carta da cucina, foglie, erba, bucce.
Cosa non si può mettere nel compost?
Carne, pesce, cibi cotti, latticini, lettiere, plastica o materiali non biodegradabili.
Quanto tempo ci vuole per fare il compost?
Dai 3 ai 6 mesi, a seconda della stagione e dei materiali usati.
Dove posso mettere la compostiera?
In giardino, terrazzo o balcone, meglio se in zona ombreggiata e arieggiata.
Il compost fa cattivo odore?
Solo se non è ben gestito. Se è fatto bene, odora di terra bagnata.
Come posso ottenere uno sconto sulla TARI facendo il compost?
Devi presentare una richiesta al tuo Comune e autocertificare il compostaggio.
Il mio Comune offre una riduzione della TARI per il compostaggio domestico?
Non tutti. Verifica sul sito del tuo Comune o chiama l’ufficio tributi.
Devo registrarmi da qualche parte per avere lo sconto?
Spesso sì. Alcuni Comuni hanno un albo dei compostatori.
Leggi anche -> Pesticidi Naturali
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Approfondimenti Utili:
1️⃣ Ministero dell’Ambiente – Linee Guida sul Compostaggio Domestico
➡ https://www.mite.gov.it/compostaggio
2️⃣ ISPRA – Il Compostaggio e la Riduzione dei Rifiuti Urbani
➡ https://www.isprambiente.gov.it/compostaggio-riduzione-rifiuti
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